Tyrian’s Towers è Crystal Castles e non nasconde di volerlo essere
Icon64 ha lanciato un nuovo clone, che prova a rileggere un classico degli anni 80
Non stupisce che la tendenza più diffusa tra gli sviluppatori che realizzano giochi per vecchi sistemi sia quella celebrativa. L’idea stessa di retrogaming si fonda sul guardare al passato per provare a lenire l’insoddisfazione per il presente e per tentare di rivivere un periodo che viene mitizzato da chi lo ha vissuto. Ripulita dalla realtà, la storia diventa fiaba.
Da qui nascono tutti quei giochi che riprendono generi trapassati (pensate a Encounter HD per Oric), oppure i tentativi di conversione o di riconversione di giochi tra sistemi che mirano a dimostrare più le potenzialità di un certo hardware, e ha mettere un’altra spunta a un’aleatoria lista di cose da fare, compiacendo così un’intera comunità, che ad aggredire un mercato che non esiste e che non potrebbe nemmeno esistere visto che il tutto viene fatto fuori da qualsiasi discorso di copyright. Un esempio su tutti sono le conversioni per Amiga di vecchi coin-op realizzate da jotd666: perché realizzarle, dato che le versioni originali sono ormai facilmente accessibili tramite emulazione?
Perché realizzare Tyrian’s Towers, un clone di Crystal Castles, un coin-op di Atari lanciato nel 1983, e lanciarlo nel 2025? Perché no, visto il contesto di cui sopra. Ognuno celebra il passato che preferisce, verrebbe da dire, in un’epoca in cui moderno e antico si sovrappongono continuamente.
Del resto Icon64, la software house di Stuart Collier e Trevor Storey, due nomi famosissimi sulla scena del Commodore 64, lancia spesso dei cloni, scegliendo di volta in volta titoli differenti da rileggere in chiave moderna (per così dire), come fatto, ad esempio con Good Kniight per Hunchback, o con Avalan per Treasure Island.
Tyrian’s Towers racconta la storia delle uova perdute della Regina Mumph e di Tyrian, la sua guardia, messa a protezione di qualsiasi oggetto a forma di uovo, che parte al salvataggio armato di un martello, sempre con lui, e di un generatore di scudi portatile, che va raccolto nei livelli. Il tutto si traduce in quello che era appunto Crystal Castles: un clone isometrico di Pac-Man in cui bisogna ripulire dei livelli labirintici, recuperando più uova possibili ed evitando (o martellando, lì dove necessario) i nemici che li popolano. Questi ultimi non solo sono letali al tocco, ma se passano sopra le uova le schiacciano, impedendoci di raccoglierle.
Dobbiamo quindi evitare degli alieni tentacolari, una strana palla con i piedi chiamata Blue Benny, delle schifezze viola e il diavolo stesso. Nel caso si impieghi troppo tempo a finire un livello bisognerà vedersela anche con delle lame rotanti (in Crystal Castles c’era uno sciame d’api), che ci costringeranno a correre.
Ecco, il problema principale di Tyrian’s Towers è proprio correre: Tyrian è davvero veloce e imboccare con rapidità i vari corridoi è spesso molto complicato. Cystal Castles aveva risolto a suo tempo rendendo multidirezionali e più morbidi i movimenti di Bentley, l’orso protagonista, così da farlo quasi scivolare nelle varie svolte. I controlli non erano precisissimi, ma funzionavano e ci si abituava presto.
Nel gioco di Icon64 si è più volte costretti a fermarsi per rettificare i movimenti, così da poter imboccare il corridoio o la rampa che vogliamo raggiungere, il che non è proprio piacevolissimo, in termini di fluidità dell’azione, soprattutto quando si è inseguiti dai nemici (di loro non proprio intelligentissimi, va detto). Con la pratica si migliora, ma all’inizio è un po’ uno strazio.
Va detto che dopo il lancio, Tyrian’s Towers è stato aggiornato più volte proprio per migliorare i controlli… il che, a pensarci bene, è un segno di profonda modernità.
Con questo non voglio dire che sia un brutto gioco. Anzi, fa delle cose pregevoli, soprattutto dal punto di vista visivo. Senza misteri, richiama pesantemente Crystal Castles, ma con l’aggiunta di un tocco minimalista niente male, che rende il design grafico più personale e, in qualche modo, metafisico.
Anche il gameplay, complessivamente, funziona. L’unico appunto è quello mosso sopra ai movimenti, che richiede di fare un po’ di pratica per avere dei risultati. Superato lo scoglio, comunque, l’esperienza migliora e si possono iniziare a elaborare strategie per fare punteggi sempre più alti, in barba agli alieni.