A Game About Digging A Hole è uno scherzo che finisce in burla
La parte migliore è che, a suo modo, funziona
A Game About Digging A Hole è nato per scherzo durante lo sviluppo di Solarpunk (un survival ambientato in un mondo fatto di isole volanti di prossima uscita), come spiegato dagli stessi sviluppatori di Cyberwave. In effetti uno scherzo lo sembra davvero, ed è anche riuscito: all’inizio del gioco il protagonista, chiunque egli o ella sia, riceve una pala elettronica con cui si mette a scavare una buca nel giardino di casa, andando a caccia di minerali da vendere online.
Con i soldi ricavati, può acquistare altri aggeggi (o migliorare quelli già posseduti) con cui allargare sempre di più la buca, arrivando a scoprire i misteri del sottosuolo.
Quindi si scava, si riempie lo zaino di materiali, si torna in superficie prima di aver esaurito la carica della batteria su cui sono collegati gli strumenti di scavo, si vendono i materiali usando il computer nel capanno degli attrezzi, si acquistano miglioramenti e gadget (della dinamite per distruggere le rocce più dure e delle lampade per illuminare le zone più buie), si torna nel sottosuolo e si continua a scavare continuando a ripetere lo stesso loop per un paio d’ore. Prima o poi la pala diventa una trivella, lo zaino per i minerali una specie di borsa di Mary Poppins e si vola indossando un potente jetpack, indispensabile per risalire in superficie quando si è raggiunta una certa profondità.
Quindi si continua a scavare, almeno fino a che A Game About Digging A Hole diventa un gioco stealth. Un brutto gioco stealth, per la precisione, con lo scherzo che diventa una vera e propria burla. Tutti gli strumenti usati fino a questo momento vengono disattivati e bisogna evitare di essere individuati da delle talpe giganti per raggiungere un tesoro, che sblocca il finale e la consapevolezza nel giocatore che dietro tutto ciò che ha fatto c’è anche una specie di storia.
La fase stealth fa abbastanza ribrezzo, come accennato, e infastidisce anche, perché non viene introdotta in alcun modo e perché per l’intero gioco si è fatto altro. Ci è stato insegnato che cadere fa male, che le rocce laviche bruciano, che non bisogna lanciarsi della dinamite tra i piedi, ma non abbiamo mai incontrato niente che andasse eluso.
Fortunatamente parliamo di una sezione davvero elementare (al livello di tutto il resto, va detto), che dura davvero poco e di cui è facile intuire il funzionamento, tanto che l’ho completata dopo un paio di tentativi. Versione breve: bisogna muoversi quando le talpe ci danno le spalle. Del resto ho scavato come uno scemo per un paio d’ore, quindi un po’ me la sono meritata una punizione simile e come me se la sono meritata tutti quelli che hanno fatto diventare virale il gioco, basato completamente sui rinforzi casuali e sul gusto di vedere la terra sciogliersi come burro mentre andiamo a caccia di oro, platino e diamanti.